RADICATI | MuDi Museo Diocesano di Arte Sacra | Green Routes Taranto

5 - 10 luglio 2018

Installazione site-specific in occasione di Green Routes Taranto

Green Routes è un progetto in partnership di Eccom. Idee per la cultura, Bocche del Vento, Augeo, Zona, Cefop finanziato da Fondazione Con il Sud nell’ambito del bando “Ambiente è sviluppo” per la città di Taranto. Nasce per favorire processi di rigenerazione urbana sostenibili e una valorizzazione del territorio attraverso percorsi partecipati di riappropriazione dell’ambiente da parte delle comunità locali.

L’opera è nata da una riflessione sulla memoria personale, sul significato di avere racidi che entrano in profondità in un territorio sia fisico, sia emotivo.

Mostrare le proprie radici è un atto di forza e fragilità al contempo. Significa mettere a nudo la natura, quella più profonda e intima. Significa esporre allo sguardo altrui il lato più vulnerabile e personale, l’angolo dove sono custoditi ricordi e ombre, tesori e dolori. Come un albero morto che mostra le proprie radici, ci capita di mostrare la nostra parte più vera, quando parliamo al mondo della nostra memoria.

Siamo animali e la natura resiste dentro di noi attraverso la memoria, radice del nostro passato che ci accomuna alle piante e alle bestie, che riporta alla luce attimi di puro istinto.

All’albero morto che è diventato base di partenza per la creazione dell’opera, sono stati innestati una moltitudine di oggetti diversi: una chiave, un sasso, un frammento d’infanzia incastonati come gemme preziose, hanno dato origine a un grande altare vegetale.

 

Per la creazione dell’opera sono state coinvolte attivamente diverse persone , abitanti di Taranto a cui è statochiesto di donare una piccola parte della loro storia nella forma di un oggetto, un “ex-voto” rappresentativo di un istante, di un sentimento, di un desiderio o di un’intenzione.

Durante la settimana di residenza ho avuto modo inoltre di lavorare anche su un’altra opera, Taras, un tavolo/teca ideato da un disegno di Giuseppe Vultaggio su cui ho costruito una mappa vegetale e affettiva della città.

In entrambi i progetti ho lavorato per contrapposizioni e similitudini.

In Radicatisono partita da una base di origine naturale in cui ho inserito oggetti e artefatti di provenienza umana, pezzi che rappresentano le storie affettive di persone che ho incontrato o che mi hanno voluto donare qualche simbolo della loro traccia emotiva. Piccoli oggetti come anelli, spille, stoffe che a mia volta ho legato alle mie storie e a quelle di persone a me vicine.

Al contrario e in modo parallelo nell’opera Taras, che partiva da una base artefatta, ho voluto creare una sorta di raccolta sensibile di ciò che la natura esprimeva lungo le strade e i viali della città: una collezione della natura di Taranto a cui non si presta particolare attenzione e che passa inosservata il più delle volte.

 Il processo che ha accomunato entrambi i progetti è stato quello della raccolta, del ritrovamento, della scoperta: doni che sono arrivati dalle persone, dalla natura e dalla città stessa.